Bologna, 4 Luglio 1915
Amati Genitori, prima di partire per il fronte non trascuriamo di fissare brevemente il nostro pensiero e di tracciarlo su questo foglio: il 28 del 9 dell'anno scorso fuggimmo da Trieste verso la Cara Visione e non potemmo neanche baciarvi; con oggi ci prepariamo al ritorno; possiate Voi aprirci le porte e vederci entrare furiosamente. E, come in questo istante ci pare di avvertire la vostra cara presenza e il vostro consentimento, così fin dove si combatte ed aspetta il sublime momento che ci riunirà dopo tanti mesi di separazione angosciosa e ci farà finalmente contenti, migliori, come purificati, ci segua ed accompagni la vostra benedizione, il vostro pensiero perché il nostro ardore sia fermo e la nostra fede trovi conforto ed alimento. Voi lo sapete che il nostro amore per Voi non potrebbe essere più grande; noi vi auguriamo tutto il bene che il nostro cuore sente e la nostra mente, può formulare alle nostre sorelle che l'avvenire sorrida ad esse come a noi in questi momenti sublimi sorride l'ideale della Patria, Otto, protetto e confidente nostro, di avere nella vita tutte le soddisfazioni che si merita, al caro Riccardo pure il premio di tante belle virtù che sono in lui. L'ultima lettera di Ubaldo da Roma ci comunica le notizie contenute nella vostra cara lettera del 10 di questo mese ed apprendiamo che il caro papà, Riccardo ed Otto sono potuti rimanere salvi a Trieste, che state tutti bene e che avete ricevuto la nostra lettera e quella di Ubaldo fatta inoltrare dalla Svizzera. Partiamo dunque più tranquilli e cercheremo di fare onore a Voi e a noi stessi per la gloria della nostra Trieste per il bene e la grandezza dell'Italia. Vi baciamo fervidamente e con Voi mandiamo il pensiero di intimo affetto e di augurio a tutti i nostri cari indistintamente. Vostri riconoscenti ed affezionati figli, Alfredo e Romeo |
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