In viaggio per la Lepetit

Quale Ispettore Chimico Estero, mi competeva anche di organizzare delle sperimentazioni chimiche. In particolare ricordo un viaggio in India e Bangkok. In india, a New Delhi, scelsi un rappresentante Sikh e sulla via di Bangkok mi fermai a Calcutta per vedere la statua della Dea Kali e i ragazzini mi tiravano i pantaloni dicendomi:
“White ladies, white ladies, white ladies.”
Che mi importava, tanto andavo a Bangkok.
A Bangkok mi venne a prendere Mr. Chu. Un cinese abitante a Bangkok il quale mi alloggiò all’hotel Eravan.
Visitammo un ospedale per organizzare le sperimentazioni, e la sera Mr. Chu mi invitò nel roof dell’albergo americano. Gli dissi:
“Mr. Chu, I want to know the pleasure of Bangkok.”
Mi diede un biglietto da visita per dirmi dove lo potevo raggiungere la sera dopo dove ero supposto di raggiungerlo in taxi.
Mostrai il biglietto del locale al portiere dell’albergo e mi confermò:
“It is a good place!”
Il taxi si fermò davanti un negozio pagodado alla cinese, dove un portiere che era già prevenuto del mio arrivo, mi portò al primo piano, dove Mr. Chu mi venne incontro, presentandomi sua moglie, sua sorella, suo cognata con la relativa moglie. Fu così che mi ridussi a parlare con la sorella, Professoressa di matematica, sul diverso approccio sul insegnamento della matematica tra l’Occidente e l’Oriente.
Poi andammo al roof dell’albergo dove Mr. Chu mi invitò a ballare con un'entreneuse. Feci un ballo poi smisi, mi vergognai di fronte a tutta la famiglia di dedicarmi a frivolezze.
Presi a parte il fratello di Mr. Chu e gli dissi che l’indomani sarei partito per Karachi ma che prima di partire volevo godere dei piaceri di Bangkok. Lui mi disse:
“Mio fratello è una testa di pera. La porto io nel luogo giusto e vedrà che ci divertiremo.”
L’idea di andare a donne col Dr. Zeller lo inebriò al punto che si ubriacò e dovettero portarlo a casa, per cui andai in bianco anche a Bangkok.
Infatti volai per Karachi la mattina presto.

Per un periodo in Italia la Tetraciclina non era brevettata. Fu Guy Rolland che mi diede l’idea di introdurla in Italia. Egli aveva un amico, M. Wiedmer, che trafficava con la Clorotetraciclina per uso animale. Chiaramente, declorurando la Clorotetraciclina si ottiene la Tetraciclina. Ogni mese andavo a Parigi con Ronci. Acquistavo da M. Wiedmer venti chili di Clorotetraciclina in pacchetti da un chilo. Tornavamo a Milano in vagone letto di prima classe con due cabine comunicanti e imbottivamo i materassi del prezioso antibiotico, precursore della Tetraciclina. Al couchettiste dicevo, dandogli una mancia: “Vous savez: je suis avec ma femme, je ne voudrais pas être derangé”.
Arrivati alla Stazione Centrale l’autista che veniva a prenderci si faceva carico del malloppo contrabbandato, che veniva immediatamente spedito a Garessio mentre noi rincasavamo.
Questi viaggi mensili a Parigi ci davano l’occasione di passare nottate nei teatri del Seizième, dove abbiamo conosciuto Yves Montand (Ivo Livi), Boris Vian (multiforme personaggio di cui in seguito Ronci divenne un’esperta), Mouloudji (che molti anni dopo invitai a Milano al Centro di Ricerca Culturale Lepetit), Barbara e altri.


In tal veste viaggiai per il mondo. In particolare mi piace raccontare il mio primo arrivo in Israele dove dovevo raggiungere il Dr Carnaroli e Sig.ra per contattare Yoel Ben Tovim ex Giulio Bonfiglioli che avevo conosciuto a Milano e che aveva fondato una ditta farmaceutica dal nome ABIC.
Notate l'astuzia del Ben Tovim, in ebraico si legge da destra a sinistra e quindi CIBA, e la CIBA non poté fargli causa. Proposi alla Lepetit di prendere una partecipazione nell’ABIC e per fare il contratto il Direttore Commerciale Estero il Dr. Carnaroli, volò a Tel-aviv.
Mentre il Carnaroli volò direttamente a Lydda, io dovetti fare per lavoro la tappa ad Atene.
Arrivato all’aeroporto di Lydda nessuno mi venne a prendere. Seppi poi che il Ben Tovim era andato sì a prendere Carnaroli e signora ma, per un malinteso, si era dimenticato di me. Presi l'autobus per andare down town a Tel-Aviv informandomi in quale albergo potevo trovare un posto (evidentemente non sapevo che ero prenotato nel miglior albergo della città) il conduttore dell'autobus mi consigliò l'hotel Savoy dove andai a chiedere una stanza:
"Yes sir, we have a room if you are going to share it with another gentleman."
“Ok.”.
Questa era l'unica possibilità, poi chiesi al portiere l'indirizzo di un buon ristorante perché l'ultimo mio pasto era stato a mezzogiorno ad Atene.
"Signore," mi disse, " è venerdì sera, è già cominciato il Sabato, tutti i ristoranti sono chiusi."
Disperato, mi recai in un bar, chiesi una birra e due bretzel. Quando vidi apparire davanti a me Fabio Giuli, un mio compagno di classe di Trieste:
"Giuli cossa te fa qua?"
"Son veniudo per la guerra de liberaziòn, e ti?"
"Son afamado" gli risposi.
"Non te preocupar te meno, da un napoletan fascista che se ga rifugiato in Israele!"
Infatti, mangiai la migliore pommarola in coppa della mia vita!

Il giorno dopo mi trasferii nel miglior albergo di Tel Aviv.
Alla Abic lavorava il Dr Emile Menachemof d'origine bulgara che parlava perfettamente il francese; diventammo grandi amici e la sera mi accompagnava nei nightclubs di Tel -Aviv. In quell'occasione, con Sergio Carnaroli e signora, prendemmo un taxi per andare a Betlemme. Il taxi si fermò al posto di guardia al confine tra Israele e Palestina ed un taxi arabo ci portò alla città santa. C'era allora la pace fra Israeliani e Palestinesi. Mi raccontò Ben Tovim che nel 1948 gli ebrei non avevano armi e allora, di notte giravano con una motocicletta o con un'auto a cui collegavano una carcassa di latta piena di sassi per far credere ai palestinesi d'avere armi tremende.

Idrogeno e setacci